I fatti – Ieri, 8 settembre 2012, alla fiera di Cento, davanti ad un pubblico delle grandi occasioni, è stato presentato il libro sul centenario della società di calcio Centese. Sul palco, come si vede dalla foto, erano presenti i vertici del Circolo della Stampa di Cento, fautori del libro. Franco Vergnani è l’autore del libro, Marco Cevolani, invece, ne è l’editore con la sua casa editrice e noi di Taccuino Centese, sotto la figura di Marco Rabboni, abbiamo collaborato ricercando e raccogliendo il materiale per l’arricchimento del libro. Da notare che all’interno dell’opera vi saranno inedite curiosità e aneddoti da cento anni fa fino ai giorni nostri.
Un po’ di storia – La società Centese è stata fondata nel 1913. Nel dopoguerra (1946/47) si ricordano le partecipazioni alla serie C italiana e la promozione storica in serie B. Il primo fallimento avvenne a cavallo con i primi anni ’50, infatti nel 1950 venne rifondata. Ma è negli ’80 il vero exploit: tra il 1986 e il 1989 riuscì a salire in serie C1 e ci rimase per ben tre anni. Al termine della stagione 2006/07 la Centese scomparve di nuovo, ma grazie alla passione dei nuovi gestori tornò a vivere nel 2008 sotto il nome di U.S. Centese A.S.D. 1986.
Quando sarà disponibile il libro – Secondo alcune indiscrezioni, il libro sul centenario della nascita della Centese sarà disponibile a dicembre dopo che il testo sarà presentato attraverso una iniziativa con la scuola calcio centese alla loro tradizionale cena di auguri.
La Redazione
In merito all’articolo sono a specificare alcune cose
1) Nè Marco Rabboni, nè Taccuino Centese hanno mai collaborato alla realizzazione del libro in pubblicazione, nè hanno mai raccolto materiale per il libro. L’unico apporto che Marco Rabboni ha dato è stato un suggerimento sulla quantità di testo nella quarta di copertina. Marco Rabboni è socio del Circolo della Stampa e il Circolo da il patrocinio al libro, ma questo è ben differente da quello che avete scritto
2) Nell’articolo non vengono menzionati nè il Presidente del Circolo della Stampa nè il nome della casa editrice, rispettivamente Giuliano Monari e Casa editrice Freccia D’oro
Gentile Marco Cevolani,
in qualità di revisore di bozze di Taccuino Centese (e, di conseguenza, anche del presente articolo) cerco di fare un po’ di chiarezza sulle precisazioni da lei fatte.
In merito alla presunta collaborazione di Marco Rabboni e di Taccuino Centese alla realizzazione del libro non so che dirle non essendo a conoscenza dei fatti. Sono però sicuro che Marco avrà avuto i suoi buoni motivi per dichiarare quanto da lei ritenuto, invece, ingiusto. La invito dunque a parlarne con lui.
Non rilevo invece errori riguardo i rapporti tra il Circolo della Stampa e il libro. Lei dice che “il Circolo da il patrocinio al libro”, ed è esattamente quello che viene detto nell’articolo quando evidenziamo che “erano presenti i vertici del Circolo della Stampa di Cento, fautori del libro”.
Reputo inoltre un dettaglio il non menzionare Giuliano Monari, in quanto il suo nome viene già ben citato nella didascalia della fotografia allegata all’articolo.
Per quanto riguarda la sua casa editrice, invece, non ne viene citato il nome poiché a mio modo di vedere irrilevante ai fini della cronaca. L’articolo, tra l’altro, già riserva un’ottima pubblicità (gratuita) al suo prodotto, chiedere di più mi sembra onestamente un po’ eccessivo.
L’errore non sta nella correlazione tra circolo della stampa e il libro, non ho criticato quel passaggio. Ho criticato il passaggio in cui citate l’iniziativa della scuola calcio Centese che non è fatta dal circolo con la scuola calcio, ma organizzata dalla scuola calcio con il patrocinio del circolo e mi permetta ancora una volta, non è la stessa cosa. Il mio commento era piuttosto chiaro.
Venendo al resto, un articolo di giornale deve essere un articolo di giornale e omettere il nome del presidente del circolo della stampa perché è nella foto non è certo corretto. Come non è corretto omettere il nome della casa editrice, la motivazione da lei sostenuta è francamente puerile: non è rilevante ai fini della cronaca? Solitamente quando si cita un libro in uscita si cita pure la casa editrice.
Ribadisco comunque l’infondatezza del fatto che Marco Rabboni abbia collaborato alla stesura del libro e mi permetta, non devo parlare con lui ma con voi che scrivete.
Non sono certo alla ricerca di pubblicità gratuita, ma come lettore, come giornalista-senza-tesserino (ma con molta esperienza alle spalle) e soprattutto come editore dell’opera da voi gentilmente citata, ritengo che sia opportuno fare chiarezza ad un articolo piuttosto approssimativo.
Gentile Marco Cevolani,
mi perdoni ma nel primo commento non vedo citata da nessuna parte la Scuola Calcio. Dice d’essere stato chiaro, ma come può pretendere che un lettore del suo commento capisca se non vengono chiaramente citati gli elementi che vuole mettere in relazione?
In ogni caso continuo a non comprendere tutta questa divergenza tra quanto da lei affermato e quanto da noi scritto. Ma visto che il suo unico intento era, a suo modo di dire, “fare chiarezza ad un articolo piuttosto approssimativo” direi che, se ce ne fosse stato bisogno, con questi suoi commenti abbia pienamente realizzato il suo obiettivo.
Sul fatto che Marco Rabboni abbia contribuito alla realizzazione (non stesura, la cosa è differente!) del libro, ho provveduto a verificare nuovamente le mie fonti e la cosa mi è stata ribadita. Non so dunque che dirle, non sono direttamente a conoscenza del fatto e l’unica cosa che posso fare è rivolgermi ai diretti interessati, cosa che ho regolarmente fatto.
Riguardo al resto, da parte mia non ho certo l’arroganza di pensare che il mio stile possa piacere a tutti. Abbiamo ricevuto molti complimenti, ora da lei anche qualche critica: fa parte del gioco. Dunque se non gradisce il tenore delle nostre notizie sono certo che potrà trovare di meglio sugli altri organi d’informazione locali.
Continuo tuttavia a non comprendere le reali intenzioni del suo commento. Se veramente il suo scopo fosse quello, dall’alto della sua esperienza giornalistica, di “mettere i puntini sulle i”, mi domando come mai l’abbia fatto soltanto (guarda caso) in un articolo in cui viene citato lei e la sua azienda. Abbiamo scritto ormai diversi articoli, è possibile che solo questo sia “un articolo piuttosto approssimativo”?
In conclusione credo d’aver dedicato sufficiente tempo a rispondere alle sue richieste di chiarimento. Se c’era qualcosa da chiarire credo abbia avuto sufficiente spazio, dunque da parte mia non intendo proseguire la discussione, che potrebbe divampare in un battibecco inutile e fine a se stesso.
Se vorrà continuare a seguirci, sarà comunque il benvenuto. Senza rancore.
nel vostro articolo scrivete: “noi di Taccuino Centese, sotto la figura di Marco Rabboni, abbiamo collaborato ricercando e raccogliendo il materiale per l’arricchimento del libro”
ribadisco che la raccolta di materiale per il libro è stata fatta dal solo Franco Vergnani.
Marco Rabboni non ha collaborato alla raccolta di materiale. Marco Rabboni ha solo dato un suggerimento su come impostare la quarta di copertina. Dare un suggerimento su come impostare la quarta di copertina, se il mio italiano non mi tradisce, non vuol dire raccogliere il materiale per l’arricchimento del libro.
Ribadisco come vi ho anche scritto via mail, che vi ringrazio per esservi occupati del libro, per avermi citato e per aver messo la foto dove mi si vede, però in qualità di editore è mio dovere difendere le prerogative dell’autore.
Per il resto: non ho commentato altri articoli perchè mi sembrano ben fatti e nulla ho da eccepire sul vostro lavoro.