CENTO 26/03/18 – (DI GIOVANNA TADDIA ) “Senza passione l’Iliade è una storia di duelli e macelli; con la passione trovi che lì c’è tutta l’umanità”. Ed è alla scoperta di questa umanità che il professor Giulio Guidorizzi, docente presso l’Università di Torino e profondo conoscitore della cultura greca, ha accompagnato i ragazzi dell’indirizzo Classico del Liceo “Cevolani” nell’incontro tenutosi venerdì scorso 23 Marzo e dedicato al libro del professore “Io, Agamennone”, una rilettura dell’Iliade attraverso la prospettiva dei suoi personaggi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Progetto Einaudi “Lo struzzo a scuola”
L’autore ha davvero accompagnato gli studenti, portandoli per mano nell’officina dello studioso – traduttore – scrittore, svelando i segreti del mestiere, con umiltà ed empatia. Proprio come se parlasse al figlio Ulisse, più volte ricordato nel corso della conferenza.
“L’Iliade è zeppa di passioni: non a caso la prima parola del poema è la menis, l’ira”. E il professore ha spiegato come in questo lavoro di riscrittura il suo problema principale sia stato proprio quello di rendere queste passioni: “come da un pozzo profondo si tira fuori l’acqua, così bisogna tirar fuori l’umanità da questa realtà in cui è nata”. Lo scrittore ha illustrato come, in vista di questo obiettivo, sia stato utile rovesciare le prospettive e far parlare i personaggi in prima persona, ma anche attualizzare il racconto ricorrendo a tecniche cinematografiche e allo scavo psicologico dei personaggi, diventato elemento imprescindibile nella nostra letteratura, dalla psicanalisi in poi.
Guidorizzi si è poi soffermato sulla centralità dell’immaginazione, che fa “vedere” una scena, in una sorta di flash. E la parola diventa solo successivamente veicolo per trasmettere questa immaginazione, per “trasformare il mondo di dentro in un mondo che esce e arriva agli altri”. Che è poi quello che Omero ci ha insegnato, ponendo così i pilastri della nostra cultura occidentale.
Dopo il momento di presentazione del libro, il dialogo è continuato con le domande degli studenti che hanno mostrato di aver affrontato la lettura del testo “Io, Agamennone” con grande sensibilità e spirito critico e con una fine capacità di rilettura in chiave moderna ed esistenziale dei nodi principali della cultura greca. Il professore, dopo aver risposto con grande disponibilità a tutte le domande, che hanno spaziato anche oltre le tematiche proposte dal libro, ha voluto regalare ai giovani lettori un’anteprima della sua nuova opera: un toccante monologo che dà voce ad una delle figure femminili fondanti della nostra cultura, Penelope, confermando, con il suo coinvolgimento e la sua passione, le parole dette poco prima ai ragazzi: “in un libro, ma anche nella vita, devi mettere non quello che sai, ma quello che sei”.